Da frutto misterioso dell’Asia a oro giallo dell’Europa mediterranea: lo sfusato amalfitano è l’oggetto del desiderio in cucina e pasticceria

Il limone in Campania è coltivato lungo la Costiera Amalfitana, la Penisola Sorrentina ed in misura minore nelle isole del golfo e nelle altre aree costiere, trovando un interesse strategico per l’agricoltura locale, non trascurando l’aspetto paesaggistico visto che queste sono aree ad economia prevalentemente turistica. Complessivamente il limone in Campania interessa un’area di circa 1200 ha, di cui quasi 400 in penisola sorrentina, 380 in costiera amalfitana e 50 nell’isola di Procida. Le produzioni medie annue si aggirano intorno alle 80 mila t nell’area sorrentina, 75-80 mila in costiera amalfitana e 12 mila a Procida (totale Campania 260 mila t circa).

In queste aree sono presenti tre cultivar di limone che presentano caratteristiche del frutto specifiche e di pregio. Nella penisola sorrentina è presente quasi esclusivamente l’Ovale di Sorrento, nella costiera amalfitana lo “Sfusato amalfitano” e a Procida il “Limone di Procida”.

Il LIMONE (CITRUS LIMONUM O LIMON)

pianta appartenente alla famiglia delle Rutacee, è originario dell’Asia tropicale ed è coltivato nelle regioni temperate mediterranee. In Italia la coltivazione del limone è particolarmente al Sud (Campania, Calabria e Sicilia). Il nome della varietà Sfusato Amalfitano, che dà luogo alla Indicazione Geografica Protetta “Limone Costa d’Amalfi”, è riservata ai limoni che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal regolamento CEE n. 2081/92 e dal disciplinare di produzione. La zona di produzione del “Limone Costa d’Amalfi” di cui al presente disciplinare comprende: l’intero territorio del comune di Atrani; parte del territorio dei comuni di: Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare.

I primi riferimenti storici al limone risalgono all’antica Roma e alla Grecia. I Romani avevano familiarità con il limone e lo utilizzavano principalmente come pianta ornamentale e profumiera. Non si sa con certezza se li coltivassero come frutti commestibili.

Tuttavia, è grazie ai commerci tra i popoli dell’antica Persia (l’attuale Iran) e dell’India che il limone iniziò a diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo. Poi con gli Arabi, in particolare, l’oro giallo raggiunse l’Europa meridionale, tra cui l’attuale Spagna e da qui poi la Campania. Ma la diffusione di questo agrume nell’area di Amalfi, avvenne in seguito alla necessità di disporre di questo frutto per la sua grande utilità nella lotta allo scorbuto. Nell’XI secolo la Repubblica Amalfitana decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di tali frutti. Dopo il XVI secolo la presenza del limone è riportata da diversi autori, e in un testo del ‘600 si trova anche un accenno ad un “limon amalphitanus”, dalle caratteristiche molto simili all’odierno sfusato.

Il limone Costa d’Amalfi non è solo una semplice coltura. E’ un elemento dell’architettura rurale del territorio costiero, è un rimedio medico che consente di purificare l’organismo e rigenerare il corpo.

Proprietà determinanti del prodotto sono:

forma affusolata del frutto, da cui il termine “sfusato”, buccia di medio spessore, colore giallo chiaro, aroma e profumo intensi, dovuti alla presenza di oli essenziali, polpa succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi. La coltivazione tipica a terrazzamenti, lungo i versanti acclivi della Costiera, con la copertura delle piante attraverso le famosissime “pagliarelle”, sostituite dalle più pratiche reti ombreggianti, contribuisce a conferire quelle caratteristiche uniche e di pregio al “Limone Costa d’Amalfi” IGP e a rendere famosi nel mondo i suoi mitici “giardini”. La raccolta nei tipici terrazzamenti va effettuata nel periodo che va dal 1° febbraio al 31 ottobre e deve essere effettuata a mano; va impedito il contatto diretto dei limoni con il terreno. A cominciare da ottobre i limoni compaiono sul mercato prima con i primofiore, poi con l’interdonato. Segue la larga produzione del limone invernale, il cui raccolto viene fatto in tre riprese dette mani, a cominciare da novembre fino a tutto giugno. Si hanno poi i biancuzzi, i lunari, i riccioppi tipicamente estivi, i limoni agostini e i verdelli, ottenuti per forzatura. Lo sfusato viene utilizzato sia per il mercato del fresco che per la produzione del celebre “limoncello” e suoi derivati, ma soprattutto nell’arte dolciaria, nella ristorazione e perfino in cosmesi. Il limone è anche apprezzato per le sue proprietà benefiche per la salute. È ricco di vitamina C e antiossidanti, ed è spesso utilizzato come rimedio naturale per alleviare la tosse, migliorare la digestione e stimolare il sistema immunitario.

La Costiera Amalfitana è molto orgogliosa della sua produzione di limone e lo sfusato amalfitano in seguito all’ottenimento dello status di Indicazione Geografica Protetta (IGP) dall’Unione Europea, ha riconosciuto le sue qualità uniche e l’appartenenza regionale.

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